In questo mese ho avuto la fortuna di poter intervistare Bruno Cerella, un giocatore di basket professionista, argentino ma con cittadinanza italiana, che oltre a giocare a basket è impegnato nel sociale, essendo co-fondatore, con un altro giocatore di basket, Tommaso Marino, di una stupenda realtà nominata Slums Dunk, che utilizza questo fantastico sport per “creare qualcosa di sostenibile nel tempo e che possa creare opportunità e migliorare le condizioni di vita delle nuove generazioni che nascono e crescono in zone disagiate del mondo.” Bruno gioca attualmente a Treviglio in A2, mentre Tommaso gioca a Legnano, in serie B. Qui di seguito le domande fatte a Bruno, nella nostra stupenda chiacchierata:
Slums Dunk nasce durante il primo lockdown quando non potendo viaggiare nei diversi paesi del mondo, abbiamo deciso di creare un progetto tutto italiano che diventasse un punto di riferimento sociale, pensando a non utilizzare più il territorio italiano come strumento di promozione e raccolta fondi, ma proprio con un progetto tutto nostro dove poter incontrare gli amici e i sostenitori, creando un “progetto di quartiere” che portasse valore all’interno della comunità di Milano in questo caso.
I nostri progetti vengono finanziati dalle tantissime persone che ci aiutano attraverso le donazioni e contributi economici sicuramente, ma anche con il loro tempo, perché la forza di Slums Dunk è anche avere tantissime persone che portano avanti i nostri progetti e che quindi dedicano il tempo per gestire le nostre attività.
In Argentina, per esempio stiamo facendo pallacanestro con donne malate di cancro al seno, abbiamo inserito lo sport come parte del loro percorso di guarigione, per far sì che loro potessero trovare anche del divertimento e potessero trovare anche le forze per condividere con altre persone malate e farsi supporto. In più nel territorio italiano stiamo comunque collaborando, per esempio, con Casa Fontana con ragazzi diversamente abili che vengono a fare sport, quando riusciamo ad organizzare, ed è bellissimo.
Milano e Venezia sono state sicuramente le esperienze più importanti per quelle fasi della mia carriera e per gli obiettivi conquistati: trofei, vittorie, percorsi, amicizie fatto di mille ricordi belli. Treviglio è stata per me una nuova sfida: arrivare in una società ambiziosa, che ha come obiettivo provare ad andare in serie A e devo dire che di negativo trovo solo il fatto che sto invecchiando (ride), ma non posso dire altro perché vivere di sport è magnifico e ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre e sempre a livelli competitivi, quindi provando sempre a vincere qualcosa di importante
Dedizione, perché penso che sia quello che mi ha permesso di fare la carriera che ho fatto, la costanza e la dedizione al lavoro. Amicizia, perché penso che la qualità della mia vita sia dovuta anche e soprattutto alle persone di cui mi sono circondato in tutta la mia vita, e poi amore perché penso che sia ciò che ci spinge in qualsiasi fase della nostra vita, in qualsiasi progetto a fare le cose con il cuore, provando a dare il massimo e provando a dare un futuro luminoso.
Questo è Bruno Cerella, un giocatore di pallacanestro e un Uomo, con la U maiuscola e lo ringrazio per il tempo dedicatomi per questa fantastica chiacchierata!